Sanremo 2023: chi ha fatto la differenza?

Tutti i brani più significativi del 73esimo Festival della canzone italiana

Tra polemiche, monologhi e imprevisti sabato notte si è concluso il 73esimo festival della canzone italiana. Un Sanremo che aspira a essere sempre più innovativo e al passo coi tempi, sia in quello che succede sul palco, sia nella scelta dei brani in gara, grazie anche al direttore artistico Amadeus. Non sono mai entrati in gara così tanti partecipanti provenienti da Sanremo Giovani. Olly, tra autotune e ritmo incalzante, si è rivelato sicuramente il più contemporaneo; i Collazio se la godono, mostrando una capacità di tenere il palco invidiabile e un pezzo che promette bene. E poi Sethu, con la sua padronanza vocale e un brano che riempie gli spazi, che non meritava l’ultimo posto (ma Tananai e altri insegnano…). Infine Gianmaria, così giovane ma così a fuoco in quanto a personalità, perché scrive bene ed è molto riconoscibile.

Parlando, invece, di tutti gli altri artisti in gara, per quanto non sia una norma inderogabile, tra i brani di questo festival mi è mancato un po’ di rischio, imprevedibilità, l’elemento che non ti aspetti. Ma procediamo con ordine.

Mara Sattei. Fonte: RaiPlay

Rimanendo sulla quota più “giovane” ho apprezzato chi ho visto nascere: Mara Sattei, che si è difesa benissimo con Duemila minuti, perché si vedeva (e si sente) che sapeva quello che stava cantando; LDA (di cui vi ho già raccontato l’esperienza ad Amici e il suo primo disco) al suo primo Sanremo è stato proprio bravo, con Se poi domani, una canzone nel suo stile, senza troppi ghirigori ma sentita e vera. Chi ha reso molto bene sul palco è stato senza dubbio Leo Gassmann, per il quale la performance ha aggiunto tantissimo al pezzo in sé; qualcuno sosteneva che corresse il rischio di venire un po’ offuscato da chi gli ha scritto Terzo cuore, ma io credo che sia riuscito a portarlo perfettamente nel suo mondo grazie alla sua personalità. Ma chi si è veramente distinto tra i più giovani è stato Lazza. Ottima la scelta di togliere l’autotune nell’esibizione live, perché, oltre alla forza di Cenere (Dardust suonami la vita) non solo ha potuto dimostrare di avere una buona tecnica, ma ogni volta che mi sento un nodo alla gola mi è arrivato un cazzotto allo stomaco.

Lazza nel videoclip di Cenere. Fonte: YouTube

C’è stato poi chi ha portato sul palco dell’Ariston dei testi importanti, come Tananai, che è tornato con Tango, diversissimo da Sesso occasionale, nella tematica, nel mood e nella musica, facendoci vedere che è anche un bravo interprete. Delicato, non viscerale, ma giustissimo. Non ha deluso Madame, con Il bene nel male, che si conferma una delle penne più forti degli ultimi anni: si distingue non solo per una grande capacità, ma anche per il coraggio e per la volontà di trattare certi temi in un determinato modo, attraverso un’interpretazione veramente forte. Molto emozionante, invece, Un bel viaggio degli Articolo 31, così sincero da risultare quasi ruvido, ma senza filtri. Pochi giri di parole anche per, Colapesce e Dimartino, geniali come sempre; con Splash riescono ancora una volta a trattare tematiche spinose con leggerezza, senza però dimenticarsi di dare peso a quello che stanno cantando, in una canzone che sentiremo spessissimo in radio nei prossimi mesi. Grande ritorno il loro, così come quello di Paola e Chiara con Furore, un potenziale tormentone che si lascia cantare e ballare, totalmente al passo coi tempi. E loro il palco sanno bene come tenerlo.

In questo Festival ci sono stati poi due pezzi in particolare non mi hanno convinta subito, ma, ascolto dopo ascolto, sono entrati a far parte dei miei preferiti.

Elodie, sensuale lei e sensuale Due nella musica, non nel testo, che richiede, invece, un’intensità che lei è stata assolutamente in grado di dare (e non c’erano dubbi). La sentiremo spesso in radio nei prossimi mesi. E poi Mr. Rain, che ha portato forse il brano più bello del Festival. È esattamente quello che ci si aspetta da lui, non a caso l’artista stesso ha definito Supereroi una sorta di seconda parte rispetto a Fiori di Chernobyl. Non è uno che si perde in virtuosismi, spesso quasi parla; ma riesce a essere commovente e da brividi lo stesso.

Mr Rain nel videoclip di Supereroi. Fonte: YouTube

E Rosa Chemical!? Che botta! Made in Italy è un pezzo fortissimo, martellante. In più, il vero asso nella manica di questo artista credo sia la perfetta aderenza tra quello che pensa, quello che e la sua arte. È un validissimo performer, un grande provocatore non per il gusto di esserlo, ma per mandare un determinato messaggio. E quando si è veri, il pubblico se ne accorge.

Assolutamente degno di nota Marco Mengoni, il trionfatore di questa 73esima edizione,che ha dato un bello smacco a tutti coloro che da sempre sostengono che lui sia solo voce, come ha dimostrato la sua totale (e bellissima) perdita di controllo di giovedì sera, che gli ha fatto conquistare l’unica standing ovation di quest’anno.

Infine, quest’anno al Festival c’erano due pezzi del mio cuore (musicalmente parlando, intendiamoci). I Modà mancavano al grande pubblico e sono tornati alla grande, fedeli a se stessi con la loro potenza, emotiva e non. La forza di Lasciami è raddoppiata: non solo racconta di un uomo che cerca di allontanare da sé la depressione, ma proprio il fatto che Kekko sia lì sul palco a cantarla dopo lo stop al quale l’ha costretto la malattia stessa rende il tutto ancora più tangibile.

Per Ultimo questo è stato il festival della redenzione; per tutti coloro che anni fa lo accusavano, invece, solo l’occasione di incappare in nuove brutte cadute di stile.

Peggio per loro.

Ultimo. Fonte: RaiPlay

Io rimango sempre affascinata dalla sua immensa passione (anzi, “ossessione”, come la chiama lui) e dalla sua capacità interpretativa. Vive per la musica e si è visto. È vero, non è il brano in assoluto migliore della sua carriera, ma il fatto che si possa dire una cosa del genere fa capire quanto di bello questo artista giovanissimo ci abbia fatto ascoltare negli ultimi anni, perché Alba è un pezzo bello e potente. Quando grida “brividi”, a me vengono veramente. E con lui ci rivediamo tra una settimana su questi schermi.

Una replica a “Sanremo 2023: chi ha fatto la differenza?”

  1. […] tempo fa, avevo già parlato della loro forza inclusiva e della loro trasversalità generazionale; qualche tempo dopo vi avevo confessato che facevano parte della mia serie degli ‘intoccabili’. Nonostante questo, […]

    "Mi piace"

Scrivi una risposta a I Modà all’Europauditorium di Bologna – SpettacolarTe Cancella risposta