Il vincitore della ventunesima edizione di Amici infiamma Porto Recanati
Sono passati appena tre mesi dalla sua vittoria nel programma di Maria de Filippi. Ma lui lontano dal palco proprio non ci sa stare. Ieri sera ho avuto il piacere di assistere alla data iniziale del primo tour di Luigi, il giovane talento che, partito in punta di piedi dalla sua Lamezia, è riuscito, nel giro di un anno, a guadagnarsi tante belle soddisfazioni. Dalle 20:30, l’Arena Beniamino Gigli inizia a riempirsi di occhiali bianchi, indossati da un pubblico che va da bambini e bambine fino ad arrivare alle mamme e ai papà che li tengono in braccio. Verso le 21:30 le luci si abbassano, entrano i musicisti e inizia la musica: noi siamo sogni in fumo non ci metteranno spalle al muro, muro, muro, muro.
Luigi corre sul palco ed inizia il concerto con uno dei suoi pezzi più forti, in cui mostra come sempre la sua carica e la sua presenza scenica, il modo migliore per rompere il ghiaccio! Passa poi per tutti gli altri inediti: Partirò da zero, che canta con un’intensità particolare, Vivo che, suonata live in un’arena gremita di persone, assume tutto un altro significato. E poi ovviamente Tienimi stanotte, che sceglie di performare sia nella versione che tutti conosciamo, quella più rock, sia in quella acustica, durante la quale ci lascia totalmente il microfono. Tra tutti però il pezzo che mi ha folgorata maggiormente è stato Tondo. Luigi lo introduce ricordandoci il significato che ha per lui. “Io credo di potervi dare un consiglio: se state bene con voi stessi avete già vinto tutto”. Da amante, conoscitore e forte sostenitore della musica suonata dal vivo, toglie tutti quegli elementi più elettronici, sostituendoli con il suono della chitarra e di tutti gli altri strumenti, rendendo il tutto ancora più potente, reale e incisivo.
Com’è giusto che sia, Luigi ha deciso di mettere in scaletta anche due momenti che potessero mostrare la sua parte più intensa e delicata. Ci regala un piccolo ritaglio del suo passato, quella Only you contenuta nel suo primissimo lavoro discografico, che ci fa smettere tutti di saltare per fermarci ad ascoltare attentamente un’altra sfumatura della sua anima. Nella mia Top 3 delle esibizioni della serata c’è poi sicuramente Per due che come noi. Com’è solito fare con pezzi di questo genere, pesa tantissimo ogni parola che dice. Nonostante il brano racconti di una lunga storia d’amore, Luigi è credibilissimo: ci trasmette tutta l’intensità che richiede, esattamente come aveva già saputo fare mesi fa durante Amici, ma con una consapevolezza ancora maggiore, forse perché è cresciuto, o forse perché semplicemente era sul SUO palco per la prima volta.
Tra tutte le altre cover già presentate ad Amici ci sono anche Eppur mi son scordato di te e Rumore, che diventano di fatto un pezzo unico all’interno del quale la fine del primo coincide con l’inizio del secondo, in un’unione perfetta fra le energie dei due brani. Ma Luigi decide di lasciare il pezzo forte durante il momento del bis. Già poco meno di un anno fa, sul palco di Amici, ci regalava una bella versione di Purple rain di Prince; ieri sera, però, è decisamente salito di livello. Il fatto di non essere sotto esame e la libertà di essere finalmente di fronte al suo pubblico erano tangibili. Non è più un ragazzo di 21 anni al suo primo concerto, ma un musicista ed un performer che sa il fatto suo: la sua voce, potente, che non fa rimpiangere l’originale. Il sentire ogni parola che pronuncia. Ma soprattutto il rapporto con la sua chitarra, alla quale lascia spazio per un lungo assolo alla fine del pezzo. La suona in maniera ineccepibile, ma non è questo a lasciarmi senza parole: lui la vive, è un prolungamento naturale del suo corpo. Lui sente lei e lei sente lui, che riesce allo stesso tempo a controllarla e a lasciarsi trasportare dal suono che lui stesso produce pizzicandone le corde. In quel momento potrebbe succedere qualsiasi cosa: lui continuerebbe a suonare.

Insomma, quello che ho visto ieri sera è il ragazzo pieno di gratitudine che ho avuto modo di conoscere negli ultimi mesi attraverso il piccolo schermo, un giovane musicista che non si dimentica da dov’è partito e non si scorda di ringraziare chi l’ha accompagnato fino ad ora, come il maestro Giovanni Sciabbarrasi. È riconoscente persino nei confronti delle stesse canzoni, come la stessa Riflessi che gli ha permesso di entrare ad Amici e che ha suonato e cantato come se fosse la cosa più sua. L’ho visto libero come mai in questi mesi e desideroso di dare il massimo, a noi e a se stesso. Ho avuto modo di toccare con mano la sua grande passione per quello che fa e di poter constatare, avendolo a pochi metri da me, che lui ama tutto questo ed è nato per farlo.
Luigi non è un ragazzo che è solito crearsi certezze o aspettative e sa benissimo che questo è solo l’inizio. Ma lui, che vive per la musica, a suo modo, ce l’ha già fatta.


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