Da Emma a Ultimo, passando per Ermal Meta

Questo mese per me è facile stilare la mia top 3 degli ascolti. A maggio sono usciti gli album di due tra gli artisti che stimo maggiormente e dei quali vi ho già raccontato. Accanto a questi, il nuovo singolo di un’altra interprete che amo molto (e che, con ogni probabilità, ci accompagnerà per tutti i mesi a venire).

FEMME FATALE – Emma

È iniziato più o meno un anno fa il percorso di Emma all’interno del mondo degli uptempo (e del divertimento) con Taxi sulla luna insieme a Tony Effe. Piano piano, si è spostata anche verso l’elettropop – ascoltate, a questo proposito, Sentimentale, contenuta nel suo ultimo album, Souvenir – che ha portato anche a Sanremo con Apnea. A questo punto del percorso, siamo approdati a Femme fatale. Ultimamente i suoi pezzi contengono delle frasi iconiche, che si stampano nella mente proprio per la loro unicità: se sul palco dell’Ariston chiamava “l’avvocato”, ora

“affogare il cuore nello chardonnay non è da femme fatale”

La prima strofa è anticipata dal solo pianoforte, che ci introduce in un’atmosfera malinconica, quasi tetra; ci racconta di una donna alla quale “sembra di cadere in fondo a scalinate lunghe”, “fuori al vento avvolta in un cappotto nero che non riesco a chiudere”. L’amore che viene raccontato è (stato) piuttosto tormentato (“ci amavamo di nascosto”) e lascia una buona dose di dolore (“lo so fa male, molto male”); la sofferenza nella voce di Emma c’è. Allo stesso modo, però, il pezzo è avvolto da una sorta di sensualità ipnotica. Il ritornello esplode in un pop elettronico tutto da ballare.

Emma nel videoclip di FEMME FATALE. Fonte: YouTube

Esattamente come fa lei stessa con il suo corpo di ballo ogni volta che canta Femme fatale dal vivo.

Mediterraneo – Ermal Meta

Proprio come Emma in Femme fatale, negli ultimi tempi diversi musicisti scelgono di accompagnare a tematiche complesse e malinconiche degli arrangiamenti piuttosto sostenuti. Ermal Meta l’aveva già fatto: Vietato morire è un esempio su tutti, ma lo stesso vale, ad esempio, per No satisfaction.

In Mediterraneo – singolo pubblicato in concomitanza con l’uscita del suo ultimo album, Buona fortuna– fa un passo ulteriore, avvolgendo un racconto piuttosto complicato in tantissimi strumenti diversi tra loro, alcuni anche non propriamente convenzionali, ma tutti finalizzati a creare, con attenzione estrema, l’atmosfera che si respira nel nostro mare (non ultima, la voce di una ragazza araba inserita verso la fine del pezzo). Mediterranei sono anche “un gabbiano”, le “nuvole d’agosto”, “un sabato italiano”, “il vino”… Con una delicatezza preziosa viene raccontato il viaggio per trasferirsi da una nazione all’altra, definitivamente: ci sono le “paure che hai”, quelle del futuro incerto al quale si sta andando incontro; interessantissima è l’immagine della “valigia”, dentro la quale ci sono le “parole che tanto non userai”, proprio perché, dall’altra parte della riva, si sta lasciando anche la propria lingua madre.

Ermal Meta nel videoclip di Mediterraneo. Fonte: YouTube

Viene però rivolta anche una rassicurazione alla persona al proprio fianco: la speranza che il mare “ci potrà salvare”.

“E noi cerchiamo di guardare più lontano, cullati dal Mediterraneo”

C’è sostanza, quindi, ma anche l’irresistibilità di quel “Mediterraneo” che apre il ritornello, da cantare in spiaggia con gli amici.

Altrove – Ultimo

Un pezzo può piacere perché ha un bel testo; oppure perché l’artista è talmente connesso con quello che canta da trasmettere perfettamente all’ascoltatore tutte le sue sensazioni ed emozioni; infine, può essere bello perché l’arrangiamento è forte e coinvolgente. Nel caso di questa canzone, a mio parere, tutti e tre gli aspetti sono a un livello molto alto.

Altrove è il singolo che Ultimo ha pubblicato per anticipare l’album omonimo. C’è tanto amore vero dentro questa canzone, quello per Jacqueline, sua compagna di vita da ormai tre anni e protagonista, insieme a lui, del videoclip. Per girarlo, sono tornati proprio nel luogo del loro primo incontro; in generale, racconta tutta la semplicità e l’autenticità della loro vita quotidiana.

Ultimo e Jacqueline nel videoclip di Altrove. Fonte: YouTube

È un brano forte, che riempie totalmente la stanza dentro la quale si sceglie di ascoltarlo; anche l’interpretazione di Niccolò Morriconi è veramente impattante. Allo stesso tempo, però, il brano è avvolto da una sensazione quasi sognante, rappresentativa del sentimento vero che lega autore e destinataria

“parlami, portami altrove tra i miei testi e la tua voce

In quell’altrove dove c’è solo l’amore.

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