Pianeta di Miller, il nuovo album di Mr Rain

L’ultimo lavoro del ‘rapper gentile’ che ha imparato ad accettare le proprie fragilità

Fa parte di quella categoria di artisti che, alla loro prima apparizione importante in tv, risultano sconosciuti al grande pubblico, perché i mezzi istituzionali faticano un po’ ad accoglierli. Eppure sul palco dell’Ariston ci arriva già con milioni di streaming e visualizzazioni su YouTube, che (attenzione!) non sono numeri, ma persone.

Venerdì 1 marzo è uscito Pianeta di Miller, l’ultimo album di Mr Rain, il più eterogeneo tra tutti i suoi lavori. Il titolo del disco è ispirato a Interstellar, uno dei suoi film preferiti. Per l’occasione, Mattia Balardi – nome vero – è riuscito a contattare il doppiatore del protagonista Cooper, Francesco Prando, per la realizzazione dello skit 23 anni, 4 mesi 8 giorni; qui è racchiusa la sensazione dell’artista di non riuscire a vivere a pieno ogni momento, essendo costantemente imprigionato nel passato o proiettato nel futuro.

“Temo di rendermi conto, un giorno, di aver attraversato la vita senza gustare le tappe,

accumulando traguardi privi di emozioni autentiche

Nel capolavoro di Christopher Nolan, il pianeta di Miller è interamente costituito d’acqua, elemento fortemente collegato alla figura dell’artista, che riesce a scrivere le sue canzoni solo nei giorni di pioggia.

Tutto inizia un anno fa, quando, con Supereroi, ha portato sul palco dell’Ariston il coraggio di chiedere aiuto:

“Siamo angeli con un’ala soltanto: riusciremo a volare solo restando uno accanto all’altro

Senza virtuosismi ed esercizi di stile, aveva commosso tutti, al punto tale che il suo pubblico ha iniziato non più a chiedergli una foto o un autografo, ma a raccontargli la propria storia. Da qui, è nata Due altalene, la storia di una famiglia che ha perso due bambini, suoi fan; si trattava di un tema così importante che ha deciso di tornare a Sanremo un anno dopo. Il dolore è tale che bisogna gridare davvero, scegliendo un registro da lui quasi mai sperimentato nelle sue composizioni passate. Lascia spazio, però, a un’inspiegabile speranza:

“È come nelle favole: ogni volta tornerò da te.

Forse nessuno ci crede”

Mr Rain nel videoclip di Due altalene. Fonte: YouTube

Gli altri due singoli coi quali ci ha anticipato Pianeta di Miller sono due featuring. L’estate scorsa, insieme a Sangiovanni, ci ha accompagnato con quello che, secondo me, era il pezzo più forte tra tutti quelli estivi. La fine del mondo ha un’intro semplicissima col suono della chitarra, che però lascia spazio subito all’esplosione di tutti gli altri strumenti, per un risultato incalzante, coinvolgente, come il tormento dell’amore che racconta.

Totalmente opposto è il mood di Un milione di notti. Se La fine del mondo era perfetta per l’estate, così il duetto con Clara Soccini ha un’atmosfera che si addice perfettamente ai mesi prenatalizi nei quali è esplosa. Anche se, a ben vedere, il tormento è sempre presente: amante dei contrasti, Mr Rain ammette i propri limiti mentre esalta la bellezza della persona alla quale si rivolge.

“Ho molto più da perdere da te rispetto a quanto posso darti

Per quanto riguarda le tracce inedite, credo che Vite precedenti sia il perfetto ponte tra la sua produzione precedente e quella attuale. Mantiene le atmosfere profonde dei suoi singoli più celebri e il ricorso al parallelismo, in un racconto che confronta il primo amore, che insegna “quanto amare faccia male”, e quello che resta per tutta la vita.

“Non assomigli più a nessuna da quando ti amo”

Non nuovo è anche il tema della ricerca della persona amata “tra milioni di universi”.

Piuttosto vicina ai suoi brani del passato è anche Sempre un po’ di te, il testo che più ha faticato a scrivere, perché difficile è stato guardarsi dentro. È un dialogo con il se stesso del passato.

“Sono arrivato a pregare che fossi morto,

anche se tu eri quello di cui avevo più bisogno”

Di nuovo, un contrasto fortissimo, al limite del senso logico. Non è, però, un caso: Pianeta di Miller è il prodotto di un lavoro su se stesso, che lo ha portato ad accettarsi nelle sue fragilità e nelle sue paure. Ecco allora che il Mattia del passato, in perenne lotta con se stesso, prova a convivere con quello più risolto del presente, che ha imparato ad amare se stesso. Come in Due altalene, Mr Rain perde di nuovo il controllo, attingendo a un registro al limite del grido, sull’esplosione del pianoforte; dev’essere molto importante per lui, dato che è l’ultima cosa che ci lascia prima dell’Outro, costituita dal semplice suono della pioggia.

Mr Rain nel videoclip di Supereroi. Fonte: YouTube

Nel corso dell’album, Mr Rain torna ancora più indietro nel tempo, rivolgendosi al se stesso bambino in Paura del buio. È una canzone che trovo di una tenerezza incredibile:

“Anche se non c’è nessuno,

ci sono io insieme a te”

Già da questo pezzo – seconda traccia dell’album – si percepisce il grande lavoro che l’artista ha fatto su se stesso: qualche anno fa, frasi come “la vita è strana: prima ti cura e poi ti spara” sarebbero state interpretate con rabbia, mentre oggi Mattia le inserisce in un pezzo quasi spensierato… Si schiarisce pure la voce! Lo stesso mood è presente anche in L’ultima volta, una ventata di aria fresca, con la batteria che si fa strada come mai nelle sue canzoni. L’apice di quest’atmosfera più leggera viene raggiunto in Immortali, un up-tempo totalmente fuori dalla sua zona di comfort, nella quale Mr Rain e na-na-na riescono a convivere in maniera assolutamente credibile.

Per Mattia, il pezzo più importante è Figli della notte. Ha scelto di farlo ascoltare per la prima volta al suo pubblico a novembre, durante il suo primo concerto al Forum di Assago, proprio perché l’ha scritto per le sue persone:

“Siamo noi quelli che cantano sotto la pioggia e non smettono mai”

Si apre con la sola chitarra elettrica, ricordandoci che questo disco è suonato nella sua totalità, essendo il cantautore convinto che un musicista possa dare un peso specifico maggiore. E poi un coro, a simboleggiare la presenza della sua gente, le cui grida – registrate direttamente al Forum stesso – chiudono la canzone.

Siate sempre riconoscenti agli artisti che scelgono di dedicare una canzone al proprio pubblico: la gratitudine, ai giorni nostri, è cosa rara, ma estremamente necessaria.

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