Quando la rabbia lascia il posto alla serenità
“Mi mancano i cani che abbaiano, per dirmi che sono tornata”.
Sono ormai tredici anni che è conosciuta al grande pubblico, ma tutto è iniziato molto prima, quando papà Rosario, accortosi del talento della sua bambina, ha iniziato a portarla con lui durante le sue serate in musica. Poi un momento di buio. Poi la luce, quando mamma Maria l’ha iscritta ai provini di Amici a sua insaputa: era il momento di ricominciare. Da lì, chi più chi meno, la storia la conosciamo tutti, anche perché, a novembre scorso, ha deciso di aprirci ancora di più le porte di se stessa e della sua arte attraverso il documentario Sbagliata ascendente leone, che ha fatto ricredere tantissimi sulla sua persona.
Ora, però, era arrivato il momento di tornare.
Venerdì scorso è uscito Souvenir, l’ultimo album di Emma. La copertina vede lei in piedi davanti a un’automobile, sintomo del fatto che il viaggio condotto all’interno di quest’anno difficile l’ha fatto da sola. Un percorso complesso, ma che le ha permesso di andare a fondo ed esplorare ancora di più, dentro se stessa e dentro la sua musica: quasi tutti i brani sono firmati da lei.
Tutto è partito da Mezzo mondo, uscita a fine aprile: fresca, leggera, mette di buon umore, con quelle “arance e il vino rosso” ormai diventati emblematici; le parole, però, hanno un peso specifico importante, perché il fine è quello di “annegare dentro l’acqua chiara e non in quest’abisso di cemento”. Poi ha voluto stupirci tutti con Taxi sulla luna insieme a Tony Effe (che, mentre scrivo, è stato certificato doppio disco di platino), divertendosi e facendoci ballare per tutta l’estate. Infine, ha voluto dirci “Iniziamo dalla fine”: la storia è quella di un amore finito non troppo bene, ma dal quale esce una donna risolta, che riesce a urlare “non mi meriti”; pezzone, suona benissimo sia in radio che dal vivo, come ci si aspetta da Souvenir in da Club, il tour cui Emma ha pensato per presentare l’album in un’atmosfera intima e di famiglia (e suonerà benissimo anche sul mio profilo Instagram il 31 dicembre, quando lo utilizzerò come sottofondo per il recap del 2023).

Appassionata di elettronica, Emma ha deciso di inserirla anche all’interno di questo suo ultimo lavoro. Il duetto di Amore cane nasce molto prima di Sanremo, quando, durante i giorni di prova, Lazza, dopo aver sentito il pezzo, le ha detto apertamente di volerlo cantare con lei. È un brano ambivalente, che immerge in un’atmosfera quasi lugubre, ma in realtà ha un mood tranquillissimo e rassicurante. In questa canzone Emma è artisticamente Emma, Iacopo è artisticamente Iacopo; il prodotto è assolutamente vincente, per quanto diversissimo dall’emotiva versione de La fine che ci hanno fatto sentire sul palco dell’Ariston. E di elettronica ce n’è parecchia anche dentro Sentimentale, che ci fa sentire un’Emma inedita, ma assolutamente dentro il pezzo. Un brano che non vede l’ora di cantare live per far ballare tutti quanti.
Emma stessa ha affermato che il suo modo di cantare all’interno di questo disco è probabilmente dovuto da un lato, al cambiamento vocale che ha intrapreso grazie agli stimoli di Dardust; dall’altro, al fatto che lei, in quanto donna prima ancora che come artista, è più serena, e ha perso la rabbia. Ed è per questo che, anche se un pezzo si intitola Carne viva, lei non mette quel sangue cui ci ha abituati e ci fa conoscere sfumature di sé e della sua voce assolutamente inedite. Lei, che ha sempre messo la faccia, la voce e il cuore nelle battaglie in difesa e in nome delle donne, mette un po’ di sé in Capelli corti, inserendo tutte quelle frasi che ognuna di noi si sente dire tutti i giorni (“Tua madre c’ha ragione: dovevi nascere un maschio”), per mettere in chiaro che è finito il tempo di essere quello che vorrebbero gli altri, per essere quello che vogliamo noi, perché ci meritiamo un prato in cui correre, mangiare un gelato a dicembre… ma, al di là di quello che facciamo, l’importante è farlo per noi stesse. E, infine, Indaco ci mostra un’Emma ancora più inedita, che si lascia trasportare leggera dalla musica, sulla quale si appoggia in maniera assolutamente naturale. Delicatissima.
In quest’ultimo lavoro, ovviamente, non poteva mancare un pensiero al suo Vecchio Lupo, papà Rosario. Intervallo racconta di un viaggio in macchina, quello da Roma a Lecce, consapevole che non era riuscita a dargli il suo ultimo saluto (“Per raggiungerti ho finito tutto il fiato, ma tu non mi hai aspettato”), ma altrettanto cosciente che, forse, quello di non farla assistere a QUEL momento, è stato un regalo. Tutto è incomprensibile e, quindi, allo stesso tempo ogni cosa è lecita, come gridare sottovoce. Così Emma racconta una storia totalmente sua, ma nella quale possiamo ritrovarci tutti, perché ognuno di noi sa riconoscere l’umore del proprio papà dal suono dei suoi passi. La serenità in cui si racconta è quasi commovente, ma, allo stesso tempo, è l’unica canzone nella quale, nel ritornello, esce un po’ l’artista cui siamo abituati: intensa, emotiva, ai limiti del controllo, perché è forse il più incontrollabile dei dolori. Allo stesso tempo, però, c’è una speranza:
“Questo film è tutto nostro, il finale posso ancora immaginarlo: siamo solamente usciti all’intervallo”
Fa piangere. Io ho pianto.

Souvenir è il disco che non ti aspetti, diverso dagli altri. I titoli sono potenti, tangibili, ma la forza non è quella a cui Emma ci ha abituati. È il racconto di una donna risolta, che ha trasformato il dolore e le botte degli ultimi quindici anni in consapevolezza. E questo le permette di sperimentare, scegliere, crescere. Di essere quello che vuole lei, con la consapevolezza di non poter piacere a tutti. E anche quegli hater che tempo fa avrebbe voluto istintivamente prendere a schiaffi, non fanno più l’effetto di prima. Anzi, quasi li comprende. Da qui, il suo modo di cantare: sereno, disteso, senza picchi particolari. Ma sempre vero.
A dire il vero, io di Emma ho sempre amato la carnalità, la forza, la decisione. Quel “troppo” di cui è sempre stata accusata era e rimane ciò che mi fa impazzire.
Tutto ciò, però, in Souvenir lascia spazio a equilibrio e distensione. Non esplode quasi mai, ma è sempre lei: vera, sincera, diretta.
Tredici anni fa, usciva il suo secondo lavoro discografico, e si chiamava A me piace così.
E se devo essere onesta, può diventare tutto quello che vuole: a me Emma è sempre piaciuta proprio così.


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