I Modà all’Europauditorium di Bologna

Il coronamento di 20 anni di grandi successi

“Vorrei fare un augurio a tutti voi e alle vostre famiglie: la salute. Penso sia la cosa più bella che si possa augurare a qualcuno”.

Qualche tempo fa, avevo già parlato della loro forza inclusiva e della loro trasversalità generazionale; qualche tempo dopo vi avevo confessato che facevano parte della mia serie degli ‘intoccabili’. Nonostante questo, non avevo mai avuto l’occasione di ascoltarli dal vivo (anzi, a voler essere precisi, sarebbe dovuto accadere sei anni fa. Avevo già preso il biglietto, poi però mi hanno spostato la gita di quinta e ho dovuto rinunciare. Che fortuna, su 365 giorni l’anno, eh?).

Ieri sera il teatro Europauditorium di Bologna ha ospitato il concerto dei Modà. È stata la seconda di tre date nel capoluogo bolognese: dopo il 22 aprile, questa sera si concluderà la tripletta.

È un tour particolare in uno scenario altrettanto insolito per loro: si tratta di una serie di concerti all’interno dei quali tutti i brani sono suonati con l’accompagnamento dell’orchestra; la location non è quella dei palazzetti o degli stadi, cui ci hanno abituati durante tutta la loro carriera, ma quella suggestiva dei teatri; infine, forse proprio per festeggiare questa prima tappa della loro carriera, quasi tutti i pezzi vengono prima raccontati e poi performati.

Il live si apre con Gioia (non a caso il tour si chiama proprio 10 anni di Gioia, in onore dell’omonimo album). E di Giogio si parla tanto durante il concerto: Francesco Silvestre racconta di lei e della sua capacità di capire quello che lui stesso stava passando durante quest’ultimo brutto periodo, nonostante facesse di tutto per nasconderglielo. Che ci sia sua figlia dietro Non ti mancherà mai il mare si capisce bene dalla delicatezza del suo modo di interpretarla, la stessa che poco dopo si nota anche nell’introdurre la canzone dedicata a Laura, l’altra donna della sua vita: durante In tutto l’universo, però, alle parole Amarti è l’impresa più bella di tutte, Kekko non si trattiene dal cercare lo sguardo complice di un uomo del pubblico. Del loro ultimo lavoro Buona fortuna i Modà portano infine sul palco Per una notte insieme, che infiamma il teatro.

I Modà. Fonte: YouTube.

Riavvolgendo un po’ il nastro torniamo al 2019 con il racconto di Quel sorriso in volto: parte dai tempi in cui Kekko andava a scuola e arriva fino a qualche anno fa, quando la struttura psichiatrica nella quale vivono i protagonisti del brano ha ringraziato i Modà per aver inserito questa storia all’interno della loro musica.

La scaletta è però molto ben studiata per ripercorrere tutti i vent’anni della loro carriera: non possono mancare Scusami e Nuvole di rock, alle quali i Modà tengono molto, perché hanno dato loro modo di avere le prime soddisfazioni, di farsi conoscere al grande pubblico e di pensare, per la prima volta, di poter vivere di musica. Forse proprio per questo arrivano ancora più forti.

Così com’è fortissima l’introduzione di Come un pittore, che richiama alla mente uno degli amici più importanti dei Modà che, alla fine della canzone, non si può fare a meno di ringraziare, guardando in alto. “Senza Pao questo brano sarebbe rimasto lì, una canzone che ascolti in un disco, ma niente di che”. È sicuramente uno dei biglietti da visita della band. Ma i Modà sono tante cose insieme: cuore, emozione, divertimento ma anche passione ed energia, quindi non si può fare a meno di correre sotto il palco a saltare durante La notte per poi di nuovo, in questo saliscendi di emozioni, concludere il concerto con la title track del loro primo disco di diamante, Viva i romantici.

Un momento che credo tutti gli artisti dovrebbero inserire durante i loro concerti è quello del Medley acustico: un fan sale sul palco e decide quale canzone Kekko debba cantare con l’accompagnamento del chitarrista Enrico. Ieri sera è stato il turno di Non è mai abbastanza che fa parte delle mie esibizioni preferite, di una dolcezza e un’intimità devastanti, ma allo stesso tempo connotata da tanta passione.A questo proposito, bisogna aprire una parentesi: assistendo a questo live ho avuto l’ennesima conferma che la forza della band è tutto l’insieme. I Modà non sono più dei ragazzini e non sono sicuramente alle prime armi, ma colpisce il divertimento che ognuno di loro prova a suonare i pezzi, avvicinandosi al pubblico, sorridendo, correndo per il palco, dando e prendendo energia. Bravi bravi bravi!

Lascio per ultime quelle che io credo essere due delle canzoni più belle dei Modà. Salvami è una preghiera che Kekko ritiene non scritta da lui ma dalla sua mamma, in un periodo della sua vita in cui credeva di non farcela. Non canta, ma racconta, con tutta la consapevolezza umana e artistica acquisita negli anni, che dà una veste nuova a un brano che ha compiuto e ormai superato il decimo anno di età. E poi Cuore e vento. A un certo punto, lo vedo indicare qualcosa qualche fila dietro di me: è una bandiera della Sardegna, che rischia di farlo emozionare. Volevo riprendere qualche secondo di questa esibizione per averne un ricordo, ma era tutto così giusto, così bello, così forte che non ce l’ho fatta. C’era la voce, c’era il cuore ed è stato come se l’orchestra e la band avessero costruito un fiume sonoro imponente che riempiva il teatro. Dopo ieri sera, sono ancora più convinta che questo sia senza dubbio tra i migliori dieci brani del ventunesimo secolo.

Francesco Silvestre. Fonte: RayPlay

Per i Modà questo non è un tour come gli altri, non solo per gli aspetti tecnici logistici. Avviene nel momento in cui Kekko sta portando avanti, giorno dopo giorno, la sua battaglia personale che gli permette di sentire e trasmettere l’importanza di ogni parola di Lasciami, che, da Sanremo in poi, ha aperto un nuovo capitolo della sua vita. La sua forza d’animo si vede nel modo di scherzare e nella sua ironia.

Soprattutto, però nella capacità di creare un clima di famiglia con il pubblico.

“Voglio dire ‘grazie’ a me stesso. Un anno fa non avrei mai pensato di essere qui oggi. Quando fate qualcosa di bello, ringraziatevi. E amatevi, perché siete le persone più importanti della vostra vita”.

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