Il balletto di Roma nel debutto di Premiere

Serena Marchese e Carola Puddu nella loro prima esibizione insieme.

Sabato scorso, all’interno di Civitanova danza, al Teatro Rossini si è tenuto il debutto di Premiere, lo spettacolo ideato da Andrea Costanzo Martini per il Balletto di Roma. Il filo conduttore di tutta l’esibizione è la follia, un tema piuttosto delicato, anche e soprattutto per il fatto che, nonostante molte persone ne soffrano, se ne parla sempre troppo poco. Per quanto mi riguarda, ho avuto il piacere di assistere, per la prima volta in vita mia, ad uno spettacolo di una compagnia di danza dal vivo… che botta! Nei giorni precedenti lo spettacolo, quando pensavo a cosa aspettarmi, non avevo dubbi sulla “qualità” dei danzatori che mi sarei ritrovata davanti. Ma ciò che ho visto ha superato totalmente le mie aspettative. Ed ora vi spiego bene cosa intendo.

Premessa: non sono ASSOLUTAMENTE un’esperta di danza; la mia conoscenza è circoscritta a quello che ho potuto captare attraverso le 21 edizioni di Amici e qualche altro programma televisivo. Mi è parso però che quello che ho visto sabato sera fosse uno spettacolo molto particolare che, ad un occhio inesperto (il mio!), soprattutto in certi passaggi, poteva sembrare anche non troppo impegnativo. Errore madornale! Fortunatamente, le mie seppur minime conoscenze a riguardo, mi hanno dato modo di comprendere che dietro c’è stato tanto tanto tanto tanto lavoro. Alcuni passaggi erano quasi tribali, animaleschi oserei dire, e proprio questi rischiavano di trarre in inganno: non era la performance ad essere semplice, ma erano gli otto danzatori ad essere talmente bravi da non far percepire la fatica e lo sforzo muscolare. La difficoltà veniva incrementata ulteriormente dal fatto che, per la maggior parte del tempo, tutti i ballerini erano sulla scena, e quindi i momenti per riprendere fiato erano veramente pochissimi ed estremamente brevi. E non è tutto: molti passaggi non erano neanche accompagnati dalla musica, probabilmente uno dei riferimenti principali per chi danza. Nonostante questo, erano tutti sempre e perfettamente coordinati tra loro, non solo per quanto riguarda i movimenti: mi è parso di captare una vera e propria sintonia anche dal punto di vista emotivo, che si sentissero vicendevolmente in maniera molto forte, essendo numerosi anche i momenti in cui dovevano interagire, toccarsi, guardarsi… Erano una cosa sola! Ed è proprio a quest’ultimo punto, sull’interpretazione, che voglio agganciarmi per soffermarmi su due ragazze in particolare, le uniche che già conoscevo artisticamente.

Chi ha seguito i miei articoli sulle puntate del serale di quest’anno, sa benissimo quanto io mi sia affezionata a Carola. Tecnica, classe, eleganza… ma soprattutto tanto amore e tanta passione per quello che fa. E sabato sera ho avuto modo di vederla a pochi metri da me e di avere conferma di tante cose. Mi sono tornate in mente le parole della maestra Celentano, che le ha ripetuto spesso in questi mesi che lei, con il suo potenziale altissimo, sarebbe potuta andare dovunque avesse voluto. Non so se la mia conferma possa valere qualcosa, ma Carola non aveva né le punte né le mezze punte; probabilmente, chi l’ha vista per la prima volta, non se la sarebbe immaginata a ballare il Don Chisciotte, ma la verità è che lei, eclettica com’è, può fare BENISSIMO entrambe le cose. Ha saputo interpretare egregiamente la sua parte, anche attraverso l’utilizzo del suo viso, con una padronanza espressiva che mi ha lasciata veramente senza parole. La sua mania di controllo ha saputo raggiungere il giusto equilibrio: da un lato un’estrema padronanza dei movimenti, ma dall’altro la capacità lasciar spazio al suo lato più emotivo e viscerale.

Carola. Fonte: Witty tv

E che dire di Serena!? Devo fare un mea culpa, perché nella scorsa edizione di Amici non l’avevo notata troppo: avevo capito quanto fosse brava, mi colpiva la sua eleganza e quanto impegno ci mettesse; ho sempre ammirato tanto la sua educazione e la sua grandissima umiltà, ma non ero rimasta particolarmente folgorata, pur sapendo che, in fondo, era un problema mio. Sabato sera però ho capito che era un problema abbastanza grosso! Serena è stata letteralmente una tigre sul palco: bravissima, impossibile non guardarla, bellissima, sguardo fiero, parlava con il corpo e con il viso; mi è tornata in mente la foto diventata virale poco dopo la sua uscita da Amici, quella in cui la maestra Celentano solleva delicatamente il viso a lei quando era ancora una bambina. A quanto pare, Serena non ha più bisogno di nessuno che la faccia andare avanti a testa alta.

Serena. Fonte: Witty tv

Che dire, giorni duri per coloro che sostenevano che queste due ragazze fossero solo tecnica e zero espressione! Tra l’altro, concedetemi di fare un ultimo appunto: dopo sabato sera ho capito che ogni volta che ho sentito dire:-Sì, ok la tecnica, però…- non c’era nessun però, perché dietro c’è impegno, sacrificio e tanto lavoro. Nulla è scontato, neanche avere la famosa “gamba fino a qua”! Premiere mi ha dato ulteriore conferma del fatto che alla fine vince sempre chi parla il giusto, si espone solo quando e quanto è necessario e lavora a testa bassa. Insomma, che vi piaccia o no, Alessandra Celentano ha SEMPRE ragione!

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