L’emozionante guanto di sfida tra Luigi e Albe. Alex e Serena guadagnano sempre più consensi. Le esibizioni più forti dei quarti di finale!
Ciao Amici di Amici! Siamo ormai giunti al terzultimo appuntamento. Fra meno di due settimane ci sarà la finale di questa ventunesima edizione del programma. Non so cosa ne pensiate voi, ma questo serale mi sembra letteralmente volato! Siamo insieme a questi ragazzi da sette mesi, abbiamo seguito e continueremo a seguire i loro passi fino alla fine. Tutto è iniziato a settembre e, neanche a farlo a posta, per quanto riguarda questa settima puntata, ho intenzione di dirvi la mia proprio sui “sopravvissuti”: intendo, cioè, i quattro ragazzi che sono dentro la scuola dal giorno 0.
Partiamo dalla piccola donna dall’energia inesauribile. Serena in questi mesi è cresciuta tantissimo: si è trovata continuamente di fronte a tante difficoltà, dovute soprattutto alle continue critiche della maestra Celentano, che però non ha mai dimenticato di apprezzarne il movimento e la personalità, e non solo dal punto di vista della danza. Ogni volta che ha incontrato qualche ostacolo durante il suo percorso, si è rimboccata le maniche e ha ottenuto sempre dei buoni risultati, che l’hanno portata ad essere una dei tre ballerini che si contenderanno la vittoria della categoria. Nella settima puntata, Serena si esibisce per la prima volta durante il ballottaggio. La coreografia è sulle note di Dove si balla, il successo sanremese di Dargen D’Amico. Poco prima che iniziasse la performance, mi è subito tornata alla mente la puntata del pomeridiano del 27 febbraio: Serena aveva ballato davanti a tre giudici, tra i quali c’era anche Gabriele Rossi; quest’ultimo si era espresso in maniera molto positiva su di lei, sottolineando, tra le altre cose, quanto fosse bella. In effetti, l’espressività di questa ballerina deve molto al suo viso, che ogni volta dimostra quanto sia dentro quello che sta ballando. Per questo, non appena l’ho vista indossare gli occhiali da sole, ho pensato che questo potesse penalizzarla. Ma così non è stato: il pezzo è spiritoso e ironico e Serena lo è altrettanto. Non ha necessariamente bisogno del suo viso per dimostrarcelo: è il suo corpo a trasmetterci il divertimento che lei stessa prova e che il brano richiede. Questa ragazza ha poi dalla sua una forza muscolare veramente notevole: ogni volta che salta, solleva anche me con lei!
Serena si esibisce di nuovo in un duetto con Alex, che la accompagna al piano. Il loro è un rapporto molto particolare: si sono messi qualche volta uno contro l’altra nelle dinamiche in casetta, ma poi si sono sempre ritrovati. Ho trovato la loro performance molto bella. Sembra quasi ci sia un continuo scambio di energie tra loro due, che mantengono il contatto visivo ogni volta che ne hanno l’occasione. La connessione è fortissima: quando lui è dolce, i movimenti di lei sono leggiadri; quando lui è più intenso, lei sprigiona tutta la sua forza. Attraverso la loro complicità, creano un’atmosfera veramente magica. Il tutto viene coronato alla perfezione nell’abbraccio finale, che sembra proprio quello di un fratello maggiore che vuole proteggere la sua sorellina più piccola: Alex la accarezza e lei sembra sentirsi al sicuro. Certamente è l’architettura del pezzo a richiederlo, ma penso che ci sia dell’autenticità in questo gesto. D’altronde, la stessa Serena, in passato, ha definito il loro rapporto come quello che c’è tra un fratello e una sorella: non ci si capisce, si litiga, ma si è sempre pronti ad esserci l’uno per l’altra. Ad ogni modo, la loro performance è davvero coinvolgente, tanto che portano a casa il punto.

Quello con Serena non è però l’unico duetto in cui Alex si è cimentato sabato. Le sue esibizioni con Sissi sono ormai diventate un must in questo serale. Complice sicuramente l’amicizia che li lega, ogni volta che si esibiscono la loro complicità, anche dal punto di vista artistico, è veramente palpabile. Si cercano continuamente, sono lì l’uno per l’altra e non distolgono mai lo sguardo. Le loro voci si fondono perfettamente, senza mai prevalere l’una sull’altra: nel primo ritornello Alex “sostiene” Sissi, per poi esplodere nel secondo ritornello, mostrando tutta la sua potenza vocale. Sabato sera ho fatto proprio una riflessione riguardo a questo: qualsiasi artista risulta più forte o nelle note basse o nelle note alte. Mi spiego: magari la sua estensione gli permette di arrivare ad entrambe, ma non è detto che riesca ad essere ugualmente incisivo in ambedue i casi. Mi permetto di dire che Alex è un’eccezione in tal senso: sia nella strofa, (piuttosto bassa) sia nel ritornello, (decisamente alto), è travolgente e credibile allo stessa maniera, tanto da portare il primo punto alla sua squadra.
Durante il primo ballottaggio, Alex canta Sogni al cielo, l’inedito che ha portato il giorno del suo ingresso nella scuola e che da poco gli è valso il suo primo disco d’oro. Un brano che siamo abituati a sentire da mesi, quindi; nello specifico, però, era da un mese e mezzo che non lo ascoltavamo live. Come ho già raccontato in uno degli articoli precedenti, a settembre mi era bastato sentire una sola volta questa canzone per capire l’enorme potenziale di Alex. Ma sabato è successa una cosa inaspettata .Magica, oserei dire: la canzone mi è arrivata come mai è successo prima. Anche la sua voce mi è parsa diversa: più chiara, più incisiva. Questo potrebbe essere un dato tecnico: i mesi di lavoro con i vocal coach sicuramente hanno dato i loro frutti, non c’è dubbio. Ma io credo ci sia qualcosa di più: Alex in questi mesi è cresciuto tantissimo, come artista e come persona. Credo che abbia trovato una sorta di libertà che prima forse un po’ gli mancava, sia dal punto di vista artistico, sia da quello mentale. E questo non può far altro che farci avvicinare sempre di più, esibizione dopo esibizione, a lui e alla sua musica.
Se parliamo di Alex e di libertà acquisita, non possiamo non notare quanto, puntata dopo puntata, anche in seguito alle sollecitazioni della sua prof, sia cresciuto per quanto riguarda la presenza scenica. Trovo che nel guanto di sfida groove sulle canzoni di Stevie Wonder contro Luigi i risultati del lavoro svolto in questa direzione si siano visti tantissimo: Alex addirittura balla nell’intro strumentale, si muove continuamente durante tutta l’esibizione, stacca il microfono dall’asta e si prende il palco. Si vede che si sente bene nella performance e questa è una condizione essenziale per attirare tutti noi che lo guardiamo e lo ascoltiamo. Nello scorso articolo ho sottolineato come Alex stia iniziando anche ad avere sempre più confidenza con il pubblico; anche in questa puntata, l’ho visto cercarlo continuamente con gli occhi, e, in maniera particolare, durante questo guanto di sfida. Insomma, se continua così, è destinato a diventare un artista completo!
Alex non riesce però a strappare il punto a Luigi che, in questa sfida in maniera particolare, è un tutt’uno con la sua chitarra. Penso che questo ragazzo abbia la grande capacità di trasmettere, in ogni sua esibizione, il grande amore che ha per quello che fa. In questo caso, la sua passione traspare soprattutto nei passaggi in cui suona: si muove in simbiosi con lo strumento e l’espressione del suo viso ci fa arrivare la grande soddisfazione che prova ogni volta che ne pizzica le corde. In più, credo che ciò che si è rivelato decisivo nella sua performance sia la sua fortissima musicalità, che, ovviamente, in un guanto di sfida sul groove, fa la differenza. Lo dimostra anche la sua successiva esibizione su un altro brano di Stevie Wonder, Master blaster, in cui Luigi sta sul pezzo, sente fortissimo il ritmo e si fa accompagnare dalla melodia. Che sia nato per fare il musicista credo sia ormai sotto gli occhi di tutti.

Ad ogni modo, credo che entrambi abbiano portato sul palco due esibizioni fortissime. È stato, dal punto di vista musicale un bellissimo momento, perché, in primis, ci hanno creduto loro due, divertendosi e facendo veramente bene. P. S. Chissà se sanno che Tienimi stanotte e Senza chiedere permesso si stanno dando continuamente il cambio al primo e al secondo posto su iTunes!
In tutti i miei articoli precedenti ho sempre scritto di Luigi e penso sia ormai chiara la mia sfrontata preferenza. A pensarci bene, però, c’è una sua caratteristica che mi è saltata agli occhi fin dalle sue prime esibizioni di ottobre di cui non vi ho mai parlato: ogni volta che si esibisce in brani ironici o non particolarmente impegnati, lo trovo veramente tanto… accattivante!? Sarà lo sguardo, il timbro particolare, il fatto che si sa muovere… Quel che è chiaro è che Luigi è uno di quegli artisti che vale la pena non solo di ascoltare, ma anche guardare. Questa sua peculiarità mi è subito tornata in mente sabato sera, mentre si esibiva in Datemi un martello. Ancora una volta, prende un brano degli anni Sessanta, riuscendo sia a rendergli giustizia, mantenendolo, cioè, riconoscibilissimo, ma inserendoci la sua personale chiave rock. Non trascura comunque la performance vocale: la voce esce fuori chiara e potente fin dalle prime note. Luigi dimostra nuovamente la sua capacità di rivisitare i brani del passato in Splendido splendente. Se prima ci ha stupiti con la sua amata e fidata chitarra elettrica, questa volta è il turno della batteria. Ci mette la giusta ironia e, per rendere il tutto ancora più efficace, cerca continuamente l’eye contact con noi da casa, attraverso la telecamera, e con il pubblico in studio. Si diverte lui per primo e penso che questa sia la condizione essenziale per coinvolgere chi lo sta ascoltando. E poi dev’essere stato proprio bravo, se la stessa Rettore ha deciso di postare la sua esibizione sui suoi social, no!?
Ma Luigi, come ha ormai ampiamente dimostrato in questi mesi, non è solo un performer, ma anche un bravissimo interprete. Patty Pravo è una delle artiste italiane le cui canzoni sono senza tempo; ha sempre cantato l’amore in tutte le sue sfumature, da quello romantico, a quello erotico, a quello doloroso. Tutte queste sfaccettature credo siano presenti in Pazza idea, il pezzo che Luigi porta sul palco della settima puntata del serale. Conferma ancora una volta la qualità che gli è stata riconosciuta anche da diversi esperti del settore durante il pomeridiano: sa quello che il brano racconta e, a seconda delle parole che sta pronunciando, ora è dolce, ora è passionale, ora trasmette sofferenza. Lo fa sia con la voce che con lo sguardo, dimostrando la sua completezza, che riesce a raggiungere anche senza necessariamente suonare uno strumento.

Ma il colpo di grazia Luigi ce lo dà nel guanto di sfida contro Albe. Fin dalle prime settimane, Rudy gli aveva rimproverato il fatto che sembrava che prendesse tutto quello che gli accadeva con leggerezza, senza dare il giusto peso alle cose. Luigi, in quella circostanza, ci ha aperto una porticina sul suo complesso mondo interiore: la sua non è superficialità, ma un modo di essere che ha dovuto acquisire per fronteggiare le prove davanti alle quali la vita lo ha posto fin da giovanissimo. Luigi in generale parla poco, in particolar modo di sé, ma nella scuola ha imparato che non c’è nulla di male a raccontarsi; specialmente, nel suo caso, attraverso la musica. E questo ha deciso di fare in questa prova. Non essendo, però, abituato a questo tipo di operazione, già solo provare il pezzo in saletta con il vocal coach gli aveva provocato una forte emozione, tale da fargli scendere qualche lacrima. In puntata questo non è successo, ma Luigi l’emozione l’ha data a noi. Ci ha raccontato la sua storia, a partire dalla triste scoperta, a sedici anni, di un qualcosa che forse era più grande di lui, che lo ha portato a chiudersi, a controllarsi e a cercare di dominare completamente quello che sente. Nel raccontarcelo Luigi non si trattiene più e ci grida non è che sono vuoto ma tutte le emozioni purtroppo le nascondo, purtroppo mi vergogno. Credo che questa sia la chiave, la sua cifra: Luigi, nella vita di tutti i giorni, ha difficoltà a raccontarsi e a mostrare totalmente quello che prova; ma quando canta, ci sbatte in faccia tutto il suo dolore, facendoci capire che lui dentro ha un mondo meraviglioso. Basta solo avere la sensibilità e, soprattutto, il desiderio di volerci entrare. Auguro a tutti voi che state leggendo di riuscirci, prima o poi. Fidatevi, ne varrà la pena.
In questo guanto di sfida, Albe, pur non avendo preso il punto, credo si sia comunque difeso benissimo. Negli scorsi mesi è stato spesso indicato dai suoi compagni come uno dei ragazzi più disordinati. Per questo, si è beccato diversi provvedimenti disciplinari. Con il passare del tempo, però, ci ha fatto capire che il disordine che lasciava nella sua camera in casetta era il prodotto di quello che sentiva dentro. In un colloquio con la sua prof Anna Pettinelli, ha raccontato di quanto si senta immaturo rispetto ai suoi coetanei, di quanta fatica faccia a crescere; di quanto questo suo lato “bambino”, seppur indice di purezza, spesso lo induca ad assumere atteggiamenti non consoni alle situazioni, tanto da portarlo a non rendere quanto avrebbe voluto e potuto dal punto di vista artistico. In questo guanto di sfida, però, Albe ci ha dimostrato quanta consapevolezza abbia preso a riguardo. Ci racconta che l’essere in casa insieme a tanti altri ragazzi che vivono il suo stesso sogno l’ha aiutato a sentirsi meno solo e, forse, a diventare un po’ più cosciente di quello che è e di quello che può diventare. Questo si riflette tutto anche nella sua performance che, per quanto precisa, in certi punti ci fa percepire la sua voce un po’ rotta e tremolante, rendendo la sua esibizione ancora più vera e toccante. E io, lo ammetto, un pochino mi sono emozionata.
Come ho già detto nello scorso articolo, Albe è un ragazzo e un artista limpido e genuino, che riesce a parlare di tematiche importanti senza appesantirle ulteriormente, dote tutt’altro che comune. Sabato ne abbiamo avuto l’ennesima conferma. Si esibisce in Ci vuole un fisico bestiale di Luca Carboni, riscrivendo alcune parti. Le sue barre sono scherzose e divertenti. Albe ironizza non solo sul tema in sé per sé, ma anche su se stesso: lui sa di non averlo, il fisico bestiale, ma ci ride su e sfrutta questo fatto per rendere la sua performance ancora più credibile e personale. Dialoga con il pubblico, con Maria e con la giuria. Soprattutto, non perde mai il sorriso. Questo mix si rivela molto efficace, tanto da fargli guadagnare il punto.

Albe continua a mostrarci la sua creatività: al ballottaggio porta un mashup dei successi degli ultimi tempi, italiani e non. I pezzi che ha deciso di inserire in questo esperimento sono veramente tanti, ma lui riesce ad amalgamarli talmente bene che potrebbe essere benissimo una nuova hit! Il suo passato da dj si fa sentire e anche la produzione è molto interessante. Lui è sicuro sul palco e mi è anche sembrato fiero del lavoro fatto. Niente da dire, è stato proprio bravo!
Albe in questa puntata si ritrova per la prima volta al ballottaggio finale. A Maria non sfugge nulla e si rende subito conto della sua forte tensione. “Metti tutta l’emozione che hai, compresa quella della paura, in quello che canti”. Lui inizialmente annuisce indeciso, ma poi si convince che questa è la cosa giusta da fare. Albe è sicuramente un creativo; è fresco nel modo di scrivere, ha presenza scenica e sa stare molto bene sul palco. Ma in questa esecuzione di Prima di te sembra ci voglia dare ancora qualcosa di più: intenso come non mai, è totalmente dentro il pezzo e credo sia la sua esibizione più forte tra quelle in cui ha cantato questo inedito. Trasmette tanta sicurezza e anche la sua voce è limpida e piena come non mai. Insomma, l’incoraggiamento di Maria e la paura di uscire gli hanno dato proprio una bella carica! Non a caso, Albe vince il ballottaggio e rimane nella scuola. E noi gli auguriamo di portare la stessa grinta anche in semifinale!


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